LA CRISI ENERGETICA
Da qualche anno a questa parte non sembra proprio esserci pace per chi si occupa di ristorazione e bada che parliamo di un settore (il nostro) che pre pandemia rappresentava il 13% del pil. Un’enormità. Oggi però, arranca e rincorre una crisi dopo l’altra, cerca soluzioni e stratagemmi per restare in piedi.
Vero è che prima della grande crisi pandemica la situazione non era tutta rose e fiori, anzi. C’è da dire che comunque il pasto fuori casa valeva un terzo della spesa alimentare ovvero 84 miliardi di euro e che il mercato della ristorazione era composto da 330 mila aziende (fonte fipe). Un po’ troppe soprattutto se si considera che non c’era una vera e propria diversificazione anzi, in molti, moltissimi casi sembravano uno la fotocopia dell’altro. Però il settore, a modo suo, teneva in piedi i numeri almeno fino al primo vero inciampo…il famoso ostacolo che descrivo quando uso la metafora della macchina per far comprendere meglio alcuni aspetti fondamentali della ristorazione Italiana. Non la conosci?
In poche parole quando mi chiedono di descrivere come immagino la ristorazione quella prodotto-centrica, totalmente concentrata sulla gestione e poco o niente sul controllo dico che è come una macchina che viaggia al buio, a fari spenti e in discesa. Tutto bello ed adrenalinico almeno fino al primo ostacolo che in alcuni casi potrebbe essere un oggetto sulla strada oppure una curva. Chiaro no?
Questo per dirti che la ristorazione pre pandemica era un enorme palazzo ma che poggiava su colonne esili, troppo esili e in moltissimi casi le colonne sono ancora esili, la differenza sta nel palazzo che si è “alleggerito”. Il fatto che il palazzo quindi il mercato si sia alleggerito (vedi il 35% di chiusure), però, non ti mette al riparo da possibili scossoni anzi vista la fragilità creata dal dissesto economico post pandemico l’esposizione a possibili variabili che possano condizionare il mercato e la gestione del tuo locale sono elevatissime. Infatti neanche il tempo di riorganizzarti che ti ritrovi ad affrontare una nuova crisi che si somma alle precedenti. Questa volta è quella energetica. Sono convinto che neanche Verga sarebbe stato capace di architettare simili sciagure una dietro l’altra e se avessi letto i Malavoglia concorderai con me che la fantasia non gli mancava. Ma lasciamo Padron ‘Ntoni ai suoi guai e proviamo ad occuparci dei nostri, cercando delle soluzioni pragmatiche che puntino a risultati tangibili.
La domanda più inflazionata in questo periodo riguarda proprio la crisi energetica e come la ristorazione può far fronte a bollette che considerare impazzite è un eufemismo che farebbe apparire ridicolo persino Jack Torrance*. Quindi non mi dilungherò oltre e andrò dritto al punto anzi al punto per punto in maniera pragmatica e risoluta.
COME AFFRONTARE LA CRISI ENERGETICA!?
RIVEDERE TUTTI I COSTI DELLE MATERIE PRIME (fare lista per fornitori con prodotti e costi dei prodotti)
La primissima cosa da fare (ma che avresti potuto fare ancor prima) e tenere traccia di tutti i costi delle materie prime perché è li che si gioca una grande battaglia a favore (o meno) del margine di contribuzione. Attenzione come dico spesso e non mi stancherò mai di ripeterlo, quando parlo di rivedere i costi non intendo MAI abbassare la qualità. Fatta questa precisazione ti consiglio di proseguire aprendo un foglio excel creare dei tab per fornitori e segnarti tutti i prodotti che ogni singolo fornitore ti consegna per realizzare il tuo menù. Sii dettagliato ovvero segna nome del prodotto, marca, quantità per confezione e peso. Questo nella prima colonna mentre nella seconda colonna scrivi il prezzo al kg, al litro oppure unitario. Terza colonna scrivi il prezzo al grammo oppure al millilitro o unitario.
Fai un rapido sondaggio chiamando altri fornitori per capire se l’attuale prezzo che stai pagando, è allineato al mercato oppure no. Questo schema non ti serve solo per comparare i tuoi soliti fornitori e per capire se i prezzi sono allineati al mercato ma anche (e soprattutto), i costi delle materie prime create con questo foglio, ti serviranno per creare il food cost dei singoli piatti che hai in menu o fuori menu.
In questo modo, stai praticamente iniziando a camminare verso la tua direzione. Andiamo al passo successivo.
OBIETTIVO PAREGGIO
Un fattore che molti, anzi moltissimi trascurano è la determinazione del punto di pareggio ovvero stabilire il punto esatto in cui il tuo locale non perde e non guadagna è, appunto in pareggio. Per stabilirlo hai bisogno:
– Della media coperto
– Del costo variabile unitario
– Il totale dei costi fissi
A breve ti spiegherò tutto ma voglio andare per gradi e farti un esempio di applicazione:
mettiamo che il tuo locale sia aperto 6 giorni su 7, che sia chiuso un mese per ferie e che faccia 35 coperti al giorno alla media di 30 € con costi fissi annuali di € 100.000 un costo variabile unitario del 28%.
Quanti coperti al giorno dovrà fare per raggiungere il punto di pareggio???
Facciamolo insieme:
BEP (Break Even Point)= CF/(PVU (media coperto) – CVU (% Food/beverage cost) = Q (quantità)
Ovvero
BEP = 100.000 / (30 – 8,40) = Q
Quindi 100.000 / 21,60 = 4.630 coperti l’anno che corrispondono a 421 coperti al mese, 16 coperti al giorno.
In questo caso, avrai bisogno di 16 clienti ogni giorno, per 26 giorni al mese e 11 mesi l’anno, che spendano € 30, preoccupandoti solo di tenere il food and beverage cost bloccato al 28%.
….FINE PRIMA PARTE….
*Jack Torrance, protagonista di Shining (1980) un film di Stanley Kubrick
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